SANT’ELPIDIO A MARE – Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera dell’ex assessore Paolo Maurizi.
«Non sono trascorsi nemmeno di 60 gg dalla mia revoca e da quando sollecitato dalla stampa locale preferivo tacere sull’accaduto, per riflettere sul da farsi e dare il tempo necessario di riflessione anche a chi aveva deciso di interrompere questo esperimento di rinnovamento della giunta elpidiense. Leggere ora le parole del (già) sindaco ed i rimandi di questi giorni sulle colpe attribuite ad altri, credo non consenta più di tacere perché la verità non venga stravolta da primo responsabile di quanto accaduto.
Ovviamente, (ma è bene ricordarlo), ogni valutazione che esternerò fa riferimento alla figura del sindaco, nulla di personale nei confronti di Alessio Pignotti, in politica i piani devono essere distinti, per questo motivo userò sempre la parola ”sindaco”. Pensare che i cittadini possano credere che il sindaco non ha alcuna responsabilità sull’accaduto offende la loro intelligenza, oggi non rimane che un quadro desolante di questa esperienza politica.
Ho visto attribuire le colpe ai soli “dissidenti” e nessuna autocritica del sindaco che invece aveva proprio il compito principale di gestire la sua maggioranza, perché, se come lui dice bisogna pensare al bene comune, per farlo bisogna però condividere e non imporre le scelte per poi chiedere a chi le subisce di rimane zitto ed obbediente.
In 2 anni abbiamo sentito parlare di rimpasto di giunta, senza alcun motivo fondato, senza riflettere sulle eventuali sostituzioni, praticamente tutti i giorni. Io sono stato sempre in pole position, inizialmente per i “famosi” voti disgiunti, che il sindaco e la coalizione (quest’ultima formata da gente con un consenso elettorale pari ad un “criceto”) si sarebbero “legata al dito”, come se in elezioni democratiche fossero stati solo i miei questi voti disgiunti e soprattutto, come se qualche altro autorevole esponente della coalizione non ne avesse in proporzione più del sottoscritto! Come se non fosse voce di popolo che il capoluogo della città, dove il sottoscritto ha più consenso, non gradiva la candidatura del sindaco e fosse parecchio difficile ottenere preferenze in tal senso.
Secondo qualche “fenomeno” della politica, che anch’esso viaggia sui 20 voti personali, io avrei dovuto rinunciare a quei voti che è bene dirlo una volta per tutte non sarebbero mai stati del sindaco Pignotti. La coalizione però, scientificamente e colpevolmente, (che già in campagna elettorale escogitava piani per mettermi all’angolo), una volta vinte le elezioni e posso ben dire con il mio supporto, ha fatto finta di non sapere che quelle preferenze espresse a mio favore hanno alzato un bel po’ la percentuale della lista a cui appartenevo facendo scattare anche il 4° consigliere, tra questi voglio ricordarlo il ancora una volta nominato vice sindaco Verdecchia, dall’alto delle sue 50 preferenze.
Se è vero come è vero che la nomina assessorile spetta al sindaco, è altrettanto vero che le elezioni si fondano sul sistema della “democrazia rappresentativa” cioè il popolo vota i suoi rappresentanti, per questo è normale nominare assessori quei soggetti che guadagnano attraverso il consenso più fiducia ed aspettative dei cittadini. Soprattutto sarebbe bene, per non allontanare l’elettore dalla politica, non effettuare il solito gioco della sostituzione in corsa con persone che non hanno nemmeno partecipato alla competizione elettorale, delle quali non metto in dubbio la preparazione! Ovvio è che se alle nuove leve non si dà la possibilità di amministrare, una volta che i “vecchi” della politica non potranno più ci converrà chiedere la chiusura del Comune!
Che fossi un soggetto il cui risultato elettorale, oltre che inaspettato, fosse poco gradito proprio all’interno della mia lista e nell’intera coalizione, ne è riprova il fatto che nessuno dei componenti, in senso letterale, durante i continui “attacchi” del sindaco al mio operato e anche dopo la tanto sospirata revoca dell’incarico, si è degnato prima di tutelarmi (anzi qualcuno scalpitava per rientrare in giunta e altri per entrare in consiglio), nonostante vorrei ricordare sono il secondo più votato di tutta la campagna elettorale 2022 (quindi non solo della mia coalizione), poi di contattarmi a revoca fatta. Se questo atteggiamento può considerarsi condivisione ed armonia tanto sbandierate dal sindaco e da quel che resta della coalizione, diciamo che per me e per loro queste parole hanno significati diametralmente opposti.
Se si vuole ricoprire la carica di sindaco bisogna essere capaci di mantenere rapporti trasparenti con tutta la coalizione, specie con chi si è speso a favore del progetto politico. Indicare quindi come responsabili chi nei mesi scorsi ha chiesto più e più volte di condividere il futuro dell’intera Amministrazione, pensando invece che il tempo e l’inesperienza di queste persone avrebbero risolto a proprio favore, significa non rispettare chi ti ha fatto sedere su quella poltrona di sindaco. Trovo quindi inaccettabili le parole del sindaco che non riesce a fare un “mea culpa”, né tantomeno nei confronti di chi lo aveva sostenuto anche più di me, perché oltre che sostenitori politici erano degli “amici”.
Per due anni ho subito travalicazioni costanti di ruolo, sotterfugi, stravolgimenti di programmazione sulle manutenzioni sempre e solo a favore di una parte del territorio elpidiense ed a discapito di altri, costante mancanza di soldi per le manutenzioni che poi puntualmente venivano spesi per manutenzioni decise dal sindaco ed altri del suo cerchio magico!
Avendo vissuto tutto ciò sono quindi sicuro che il Commissario Prefettizio saprà invece supportare il grande lavoro che gli uffici stanno facendo da oltre 3 anni, per garantire tutte le opere straordinariamente finanziate a questo Comune con i fondi PNRR. Ovviamente la situazione commissariale porterà ad eventuali procedimenti più rigidi, ma questo non significa che la città non godrà a tempo debito dei risultati che saranno raggiunti, tra i quali la sistemazione della popolazione scolastica, per la quale gli uffici hanno messo in campo tutto quanto necessario per evitare al massimo i disagi. Per questo auguro buon lavoro al Commissario nominato e ricordo a tutta la ex minoranza, specie al PD che l’adesione a questi bandi è stata decisa dalla vecchia amministrazione “Terrenzi” di cui anche loro erano parte integrante, quindi inutile ora fare finta di niente per il solo consenso elettorale legato agli inevitabili disagi, questi atteggiamenti non pagano. Dovrei spendere un altro bel po’ di parole sull’appalto dell’igiene urbana e la questione “rincari”. A mio avviso troppe, nel corso del mandato Pignotti, sono state le intromissioni della politica, specie appunto del sindaco sullo svolgimento dell’appalto e di uffici non interessati alla gestione, che hanno portato a frizioni che vanno al di là del problema economico. Per quanto riguarda il rispetto del contratto e lo svolgimento del servizio che ho seguito giornalmente, credo che la ditta appaltatrice abbia fatto bene il suo lavoro.
Rimane l’amarezza nei confronti del sindaco che non ha saputo costruire e mantenere un gruppo giunta giovane, che aveva la necessità di rodaggio, nella quale invece ha sempre applicato il motto “dividi e domina” facendo subire a tutti il suo atteggiamento di “buon viso a cattivo gioco”, di ingerenza sia nella programmazione con gli uffici che per il contatto con la cittadinanza. Qualche assessore della prima giunta l’ha capito in ritardo, ma come si dice, meglio tardi che mai! Il sindaco oltre che occuparsi personalmente praticamente di tutto, assegnava i medesimi compiti a più assessori creando costanti frizioni interne, dispendio di tempo e caos nella ripartizione delle deleghe, non a caso ha sempre amato autodefinirsi il “super assessore”, senza capire veramente che i risultati si raggiungono insieme nel rispetto dei ruoli, e che il suo compito era quello di costruire un coordinamento costante degli assessori e dell’intera coalizione, al di là delle suo antipatie o simpatie personali.
Chiudo menzionando le manifestazioni storiche, per le quali dopo 70 anni di attività cittadina ininterrotta, mi sono trovato, in solitaria, a tutelare, dentro una maggioranza, che oltre che essere quasi ignara dell’importanza dell’organizzazione, ne ha anche minacciato la sopravvivenza tentando di ridurre il supporto di ogni genere e avallando comportamenti inaccettabili di chi ha tentato e continua a tentare di utilizzare a soli scopi politici la manifestazione che molte città ci invidia. Gli articoli ed i post di questi giorni sui tanti progetti interrotti, sulla catastrofe dopo l’arrivo del commissario di tanti esponenti dell’ex maggioranza sono secondo me oltre che tristi sono soprattutto inopportuni, perché se dopo la caduta tutto si poteva fare, allora i cittadini sono stati presi in giro quando invece nulla si poteva fare! Tacere invece che parlare solo per consenso, alla lunga premia sempre di più, perché non valgono solo i like, ma anche la maggioranza silenziosa di cittadini che ci osservano e non sono disposti a farsi prendere in giro».