Fdi risponde al Pd: «Regione Marche? Migliorano le liste d’attesa. Bene la gestione dei fondi europei»

FERMO – «Crediamo che il “soldato Putzu” non abbia bisogno di essere salvato da nessuno, mentre i “soldatini Alessandrini e Canzonetta” andrebbero salvati prima di tutto da un elettorato che ha dato ampie dimostrazioni di non gradirli, viste le sonore batoste subite da entrambi nel recente passato, a Sant’Elpidio a Mare e Porto Sant’Elpidio. Non godono di buone fortune neanche all’interno del loro partito, visto che anche lì finiscono regolarmente nella compagine sconfitta alle varie primarie del Pd, come capitato anche a Bonaccini, che sembra rinnovare un tentativo di colonizzazione dell’Emilia Romagna sulle nostre Marche». È dura la risposta del coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Andrea Balestrieri e della sua vice Pisana Liberati ai membri della segreteria regionale Pd, Alessandrini e Canzonetta, che ieri avevano attacca il consigliere regionale Putzu.
«Ai cittadini interessano le questioni concrete. Alessandrini e Canzonetta provano a mettere in bocca al consigliere Putzu affermazioni che non ha mai fatto. Nessuno nega il problema delle liste d’attesa o che esista una mobilità passiva. Ma queste criticità si trascinano da molti anni e di certo il Pd, visti i magri risultati conseguiti sotto la sua gestione della Regione, non è in grado di dare lezioni. Il miglioramento delle liste d’attesa è uno sforzo costante della giunta Acquaroli, che ha dovuto fronteggiare anche l’impennata di richieste e le centinaia di migliaia di prestazioni arretrate nel periodo Covid da recuperare. La mobilità passiva c’è e pesa sull’economia regionale, ma ci sono segnali di un’inversione di tendenza: la realizzazione di nuove strutture, gli investimenti in tecnologie, i riconoscimenti dell’ospedale regionale di Torrette, la qualità del personale sanitario marchigiano sono fattori che progressivamente stanno riducendo questa negatività – continuano -. Anche sull’economia, citare percentuali tanto per criticare il governo regionale ha ben poco senso. È vero che l’export marchigiano ha una flessione, ma bisognerebbe tener conto di numerosi fattori, a partire dal crollo delle esportazioni nel settore farmaceutico, che dipende dalla fine della pandemia. Tutto il comparto manifatturiero italiano vive anni di difficoltà e le Marche, una delle regioni più manifatturiere d’Europa, non possono che subirne gli effetti. Per non parlare delle disastrose politiche green tanto care alla sinistra che stanno uccidendo il settore automobilistico e le tante imprese dell’indotto».
«Dove la politica può intervenire, come nella capacità di spesa dei fondi europei, le Marche sono ai primi posti in Italia – concludono – ed hanno movimentato risorse fondamentali per migliorare la competitività, come è innegabile la crescita di attrattività turistica della nostra regione».