Dati Inps, boom cassa integrazione: a Fermo +93,6%. Fontana (Cgil): «Chiediamo azioni immediate»

LAVORO – Esplode la richiesta di ore di cassa integrazione nelle Marche: nel periodo gennaio-giugno 2024 sono state richieste e autorizzate complessivamente 10,5 milioni di ore di Cassa integrazione, FIS e altri fondi di solidarietà. E’ quanto emerge dai dati INPS, elaborati dall’IRES CGIL Marche.

In particolare, la CIG (ordinaria, straordinaria e in deroga) si attesta a 10,3 milioni di ore, mentre il ricorso a FIS e altri fondi arriva a circa 170 mila ore. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, nelle Marche la CIG registra un aumento di 3,7 milioni ore (+57,4%). 

Tra le regioni, le Marche risultano la quarta per aumento delle ore di CIG nel periodo analizzato, dietro a Valle d’Aosta, Puglia ed Emilia-Romagna.

La tendenza risulta essere molto più accentuata rispetto al valore medio italiano (+21,2%) e a quella del Centro Italia nel complesso (+6,3%).

Le province che evidenziano un aumento superiore alla media regionale sono Ascoli Piceno e Fermo (+93,6%) e Macerata (+79,8%). Ancona osserva l’aumento più basso (+32,6%).

“Lo stato in cui versa il nostro sistema produttivo, che ha ricadute significative sulla condizione delle lavoratrici e dei lavoratori marchigiani, in termini di taglio dei salari, continuano ad essere una seria e drammatica emergenza da affrontare”, sostiene la segretaria della Cgil Marche, Eleonora Fontana.

L’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate (10 milioni). Le ore registrate nel terziario sono 43 mila, mentre nell’edilizia sono 226 mila.

L’aumento delle ore di CIG rispetto allo stesso periodo del 2023 è totalmente imputabile al ramo dell’industria, il quale registra un saldo di +4 milioni di ore (+66,8%). Al suo interno, i comparti che osservano l’incremento maggiore sono pelli, cuoio e calzature (+212,1%), tessile e abbigliamento (+110,2%), Chimica, gomma, plastica (+84,6%). La meccanica e metallurgia segna +71,6%, che in termini assoluti ammonta ad un aumento di 2 milioni di ore.

Per ciò che concerne il terziario, si registra un calo di 104 mila ore (-70,5%), riscontrabile in maniera più o meno accentuata in tutti i comparti.

Conclude Fontana: ““Alla Regione chiediamo misure immediate: dare ossigeno all’industria finalizzando le risorse europee nei settori in crisi, per il rilancio di  una occupazione stabile e di qualità”.