La partenza è stata domenica intorno alle 9 dal bacino di San Marco. Il percorso si è esteso per 33 lunghissimi chilometri, attraversando le affascinanti isole della laguna come Burano e Murano. Una sola sosta prevista, proprio a Burano dove le dragonesse sono scese dalla barca per una pausa di mezz’ora. E poi via in mare aperto. «È stata un’occasione incredibile per poter ammirare Venezia e le sue isole da un punto di vista unico – raccontano le Inifinitæ –, lontano dalle folle e immerse nella bellezza del paesaggio. Ma allo stesso tempo è stata una regata in cui ci siamo messe alla prova dopo mesi di intenso allenamento nel nostro mare Adriatico, a Porto Sant’Elpidio, dove ci siamo preparate per affrontare questi oltre trenta chilometri assieme alle nostre compagne di squadra che ci hanno sostenuto a distanza nel giorno della Vogalonga. Ci abbiamo messo tutta la nostra energia e determinazione, non abbiamo mai mollato neppure quando il traguardo era a un passo e la fatica si faceva sentire. Lo abbiamo dovuto fare anche perché siamo state scelte per occupare le prime tre panche dell’imbarcazione, con Silvia ed Eleonora capovoga. Tutto per portare a termine la Vogalonga, arrivare nei tempi stabiliti per conquistare la medaglia. Grazie agli organizzatori che ci hanno permesso di vivere questa incredibile avventura, al nostro timoniere che ha dimostrato grande esperienza e a tutto il nostro equipaggio formato da donne che abbiamo conosciuto proprio quella mattina». Oltre alle sei dragonesse delle Infinitæ sul dragone c’erano anche componenti di altre squadre provenienti dal Trentino Alto Adige, Toscana e Lazio.